Dittatore

L’Italia è uno degli stati che purtroppo ha conosciuto bene la figura del dittatore in tempi non così remoti. Sebbene molto spesso tendiamo a darla per scontata, la libertà, in ogni sua forma è un bene per il quale ancora oggi nel mondo si combatte.

Chi ha vissuto sotto un governo tirannico potrà testimoniare quanto nella vita quotidiana di ognuno faccia da padrona la paura. Una paura dettata e imposta da una personalità forte, che a un certo punto prende il totale controllo della vita di una popolazione intera. Ma è davvero così? Ci siamo mai chiesti cosa si nasconda veramente dietro i più grandi dittatori?

La personalità tirannica tra terrore e paura

Se qualcuno ci chiedesse di fare il nome dei più grandi dittatori della storia, nessuno di noi farebbe troppa fatica a nominarne almeno tre. Partendo da Giulio Cesare, passando per Mussolini, arrivando a qualche personaggio borderline degli ultimi decenni. Ad accomunare tutte queste figure, sebbene appartenenti a epoche storiche ben diverse, un unico comune denominatore: la paura.

La paura provata dai popoli, certo, ma anche e soprattutto quella esperita dal dittatore in primis. Infatti, così come ogni atto estremo, il reale movente che si nasconde dietro le barbarie tiranniche è il terrore. Ben mascherata sotto le peggiori azioni, la paura è sempre presente e sempre più forte. Infatti, ciò che muove queste personalità, a tratti così spaventose ma estremamente deboli, è la smania di controllo. Il desiderio di poter dirigere ogni aspetto della propria e dell’altrui vita, affinché quelle difese ben costruite e consolidate negli anni possano non cadere mai. A muovere ogni singola legge e ogni singolo atto è la paura del diverso, la paura dell’ignoto, la paura di perdere salute, ricchezza e stato sociale. Ed ecco che, pur di non accettare l’imprevedibilità che per natura contraddistingue la vita, si fa uso del controllo, che sfocia poi nella violenza estrema.

Ogni volta che ci troviamo di fronte a una dittatura, varchiamo quella linea sottile che divide la vita dalla libertà, che è l’essenza stessa dello stare al mondo. Ogni volta che sotto una dittatura rinunciamo a un pezzo della nostra libertà, rinunciamo anche a una parte della nostra vita. E ogni pezzetto di vita lasciato andare da ognuno di noi, è lo stesso che incontrando gli altri pezzi, da vita a profondi stati d’ansia e nevrosi generale. La stessa che contraddistingue ogni dittatura.

Per ogni dittatore c’è uno Stato debole

I più accaniti sostenitori dei movimenti estremisti, sostengono che un governo “deciso”, come quello dei grandi tiranni del passato, renda uno Stato forte. Ma questa è la più grande illusione di ogni totalitarismo. Infatti, ad ogni dittatore corrisponde uno Stato estremamente debole. Non è difficile assumerlo se si considera, che, il dittatore, esso stesso debole, governa il proprio Stato per mezzo del terrore, e non della stima, come invece dovrebbe accadere negli Stati realmente “forti”.

Come la storia stessa ci dimostra, sotto i governi totalitari l’aria che si respira è tutt’altro che serena. Si vive sotto la perenne angoscia di varcare quella sottile linea tra “concesso” e “proibito”, che proprio nulla ha a che vedere con il libero arbitrio. Si vive per assecondare il terrore travestito da potere di qualcun altro. Si vive abbandonando le proprie idee e i propri ideali per abbracciare quelli di alcun altro. Il tutto a un solo e unico scopo: non rinunciare alla vita.

Un’antitesi letterale, questa, se si considera che sotto dittatura si rinuncia alla libertà in nome della vita, quando la libertà è essa stessa la vita. E dunque, come può un popolo privato del proprio estro e delle proprie idee considerarsi un popolo forte? E non soltanto un popolo sottomesso, quale di fatto è?

Dallo Stato alle mura domestiche. La storia non cambia

La verità che spesso ignoriamo, però, è che questa realtà così cruda e oscura, non è soltanto un fattore politico, purtroppo, ma un vissuto quotidiano per molti. Alcuni lo respirano dentro casa, altri in ufficio, altri ancora a scuola, ma la storia non cambia. Ecco, perché é opportuno portare alla coscienza e alla conoscenza di ognuno, che dietro il comportamento più violento, giustificato da ideali rivoluzionari, non si nasconde mai un valoroso esempio ma soltanto il tentativo disperato di chi sta cercando di salvare se stesso dalle proprie angosce. Assecondare abusi di questo tipo non è e non sarà mai la reale soluzione al benessere di nessuno. Riconoscere i propri confini, rispettare le proprie e altrui vedute, questo sì, garantirà il benessere di ogni persona, di ogni relazione e di ogni Stato. Perché come scrive Gandhi:

“Non appena qualcuno si rende conto che obbedire a leggi ingiuste è contrario alla dignità dell’uomo, nessuna tirannia può dominarlo”