vacanze

Esistono diverse cose che possono definire in maniera piuttosto precisa e importante i tratti di personalità di ognuno di noi e la scelta di dove trascorrere le nostre vacanze è sicuramente una di queste.

Studi psicologici dimostrano che sulla scelta della meta delle nostre vacanze giocano diversi fattori. Solitamente sono esigenze pratiche, economiche, di salute o familiari ma soprattutto… psicologiche!

Ebbene sì, sembrerebbe che basti un biglietto aereo per descriverci alla perfezione, o quanto meno a rivelare in che momento di vita ci troviamo.

Stessa spiaggia stesso mare male

Tra i tanti vari tipi di personalità gli habitué sono sicuramente i più facili da individuare. Chi non riesce a cambiare meta delle vacanze non solo mostra un gran bisogno di tranquillità, ma anche una scarsa propensione al cambiamento. Solitamente queste persone sono quelle che soffrono maggiormente d’ansia e che vedono nel nuovo una costante minaccia.

Sicuramente questa scelta ha il pregio di ridurre quasi a zero il rischio di eventuali intoppi, ma taglia anche via un aspetto fondamentale del viaggio: la scoperta.

Di questo gruppo di viaggiatori non fanno parte soltanto quelli che frequentano la stessa spiaggia dell’infanzia, ma anche quelli che pur variando scelgono sempre o il mare o la montagna. E anche quelli che si lanciano verso l’estero ma mai senza avere alle spalle un villaggio turistico o una struttura che possa proteggere da ogni rischio.

Parola d’ordine: avventura

All’estremo opposto ci sono quei viaggiatori che durante le vacanze non possono tornare nello stesso posto e sentono il bisogno di provare il rischio. Non importa che sia una fuga all’insegna della disorganizzazione o degli sport estremi, la sola cosa che conta veramente è vivere al limite. Poco conta quanto questo viaggio possa risultare stressante e faticoso, tutto ciò che davvero è importante è che rappresenti una sorta di vita parallela. Questo bisogno è spesso sintomo di una forte insoddisfazione nella propria vita. Ed ecco così che quei pochi giorni assumono un significato diverso, quasi come un riconnettersi con il proprio io bambino e i suoi desideri con un atteggiamento di scoperta e stupore.

Allora qual è la vacanza giusta?

Nessuno dei due scenari descritti di sopra è sbagliato e sicuramente non esiste una vacanza giusta per antonomasia. Come in tutte le cose, il giusto sta nel mezzo, nell’equilibrio.

Quale sia il tipo di vacanza giusta per noi lo capiamo soltanto ascoltandoci e modellando le nostre esigenze sulla base del nostro vissuto emotivo del momento. Lo squilibrio, che deve far riflettere, risiede nel non riuscire a cambiare. Nel non riuscire ad assecondare le nostre emozioni, che per natura sono mutevoli, e di conseguenza non possono essere accolte sempre allo stesso modo. Ecco perché, nel caso dei viaggi, vivere di sole vacanze abitudinarie o di sole vacanze all’avventura, precludendosi il resto, non può essere mai la scelta migliore. Alla lunga una scarsa considerazione di ciò che proviamo rischia di farci vivere situazioni davvero estreme, in cui la vacanza può diventare un’auto-tortura.

Il viaggio come esperienza di crescita

Imparare a scegliere le mete delle nostre vacanze sulla base di come ci sentiamo in quel momento, ci consentirà di vivere un viaggio altro: quello all’interno di noi stessi. Questo non solo ci permetterà di godere al massimo delle nostre vacanze ma anche di cogliere la vera essenza del viaggio: la crescita personale. Questa è la vera ragione per la quale non dovremmo mai smettere di educare ed educarci all’avventura e soprattutto alla scoperta del mondo intorno a noi e di noi stessi.