prevenzione

Ottobre è il mese della prevenzione contro il cancro al seno. Ma sapevi che il primo atto preventivo in assoluto è l’amore verso noi stesse?

Molto spesso quando si affronta l’argomento prevenzione, si parla soltanto dell’importanza degli screening di routine. Tuttavia, gran parte della prevenzione passa anche dal benessere psicologico. Non è un segreto, infatti, che esista una forte correlazione tra ciò che accade nella nostra testa e ciò che accade nel nostro corpo, anche e soprattutto, quando si parla di cancro.

Ad occuparsi di questo delicato aspetto, che si pone a metà strada tra l’oncologia e la psicologia, è una disciplina chiamata appunto psiconcologia. Proprio questa ha dimostrato che tra le pazienti affette da cancro al seno c’è un background psicologico che mostra diversi punti di contatto.

Dalla depressione al cancro: tutta questione di cellule

Da anni ormai la ricerca si occupa di indagare le reali cause del cancro. Ad oggi sono state avanzate diverse ipotesi, soprattutto in base all’organo o alla parte del corpo colpita. A farsi sempre più strada, però, è l’ipotesi psicosomatica.

Infatti, è stato dimostrato che le persone che maggiormente si ammalano di cancro sono quelle che hanno mostrato una maggiore sofferenza psicologica, sia essa causata da depressione o da forte stress e ansia. Ovviamente non stiamo parlando di umore deflesso o di un periodo in cui a lavoro siamo particolarmente sotto pressione ma di casi di sofferenza estrema, in cui la persona si sente totalmente paralizzata, incapace di agire e letteralmente in balia degli eventi. Di fronte a questi scenari ciò che accade nella nostra psiche è un vero e proprio cambiamento depressivo, che a livello fisico appare come uno stato depressivo di immunità. Accade poi che quest’immunità cessa di controllare lo stato di riproduzione di alcune cellule. Questo favorisce la proliferazione di cellule tumorali, l’aggregamento delle quali crea il cosiddetto tumore. Qualora cambino anche le caratteristiche strutturali e funzionali di queste cellule, questo si trasforma in un tumore maligno.

Per ogni organo o parte del corpo il suo background

Tuttavia se quanto descritto prima può essere una base comune per la generazione del tumore, va comunque sottolineato che ogni cancro è a sé. A influire particolarmente è l’organo o la parte del corpo colpita dalla malattia. Nel caso del cancro al seno, è stato notato come molte donne avessero in comune un background psicologico molto simile. Solitamente il cancro al seno rivela una mancanza femminile o materna di adempimento, senso di vergogna e/o disagio di fronte ai bambini e disperazione.  Altre cause comuni sono la perdita di relazioni significative ma anche il ricoprire più ruoli senza sentirsi mai compresa così come l’incapacità di esprimere le proprie emozioni. A questi studi ha dedicato parte della sua carriera il Dr. Lawrence Leshan, ma non solo.

Va da sé che non è assolutamente possibile fare di queste ipotesi una legge comune per tutte. Tuttavia, se si vuole parlare nell’ottica di un quadro generale, ciò che è stato evidenziato essere un comune denominatore tra le pazienti affette da cancro al seno è una forte sofferenza psicologica pregressa. Ecco dunque la necessità di cure più profonde, che non si limitano all’aspetto fisico, ma che scavano più in profondità, fino ad accarezzare quella conosciuta come “energia femminile”.

Energia femminile: il centro vitale di ogni donna

Anche se ancora troppo poco spesso se ne parla, ogni donna ha una propria energia femminile. Esserne consapevole è il primo importante passo per coltivarla e prendersene cura. Un atto di amore essenziale e importante, proprio perché è il nostro centro vitale per eccellenza. Riconoscere e curare la nostra energia femminile significa scavare nella nostra storia, nella nostra linea ancestrale femminile, conoscere il nostro corpo e accogliere la nostra ciclicità, che ci rende così diverse dagli uomini. Tutto questo, tradotto in piccole ma grandi attenzioni quotidiane, contribuisce in maniera molto importante alla ben nota prevenzione.

Ecco dunque, che sebbene la prevenzione tradizionale sia essenziale, a questa se ne affianca un’altra. Una prevenzione più intima, quotidiana, fatta di cura e attenzione e coltivata all’interno di una rete di donne consapevoli.