Che la musica apporti dei grandi benefici al nostro benessere non è certo una scoperta. Ma la musica non è tutta uguale, e no, non stiamo parlando di generi, come verrebbe facile pensare, bensì di vibrazioni e frequenze.
Anche se è un aspetto sul quale non poniamo grande attenzione, la musica che solitamente ascoltiamo viene riprodotta sulla frequenza di 440 hz. Tuttavia studi dimostrano che non è questa la frequenza ideale per il nostro benessere. Non ci fa male, certo, ma questa frequenza non esprime al massimo il potenziale della musica. La frequenza a 432 hz invece entra in perfetta armonia con quella della Terra, che è di 8 hz, il “battito fondamentale del pianeta”.
Dalla musica alla medicina nessuna distanza
Un rapporto basato su 600 studi condotto nel 2004 dalla Robert Wood Johnson Foundation ha dimostrato che l’uso del suono a 432 hz abbinato alla luce in modo personalizzato è in grado di guarire e/o attenuare i sintomi in pazienti affetti da depressione, malattie autoimmuni e molte altre ancora, in tempi sorprendentemente brevi.
Da quel momento in avanti la diffusione di questo studio è stata a macchia d’olio. Sempre più strutture e ospedali in tutto il mondo, e anche in Italia, hanno iniziato ad aprirsi all’idea di cura per mezzo della musica.
La musica a 432 hz, in particolare, sembrerebbe capace di liberare blocchi emotivi ed espandere la nostra coscienza, allineandoci con la saggezza dell’Universo. Questo inevitabilmente porta a un maggiore benessere emotivo, che favorisce la guarigione da stati di ansia e depressione. Ma è anche una cura naturale ed efficace per il nostro sistema immunitario, così profondamente legato alla nostra psiche. Ma non solo. Nessun organo, che vibra a una propria frequenza, quando si trova in disarmonia ed entra in contatto con l’armonia dei 432 hz riesce a rimanervi impassibile, entrando ritrovando la propria frequenza armonica e favorendo così il processo di guarigione e di riproduzione cellulare.
Tutta questione di … armonia ormonale!
Da un punto di vista più squisitamente scientifico quello che sembrerebbe aver luogo nella nostra mente è sensazionale. All’ascolto della musica a 432 hz, il corpo si riposa, si ripara ed elimina tossine e tensioni, favorendo la produzione di particolari onde. Queste onde, misurabili con l’elettroencefalografo, sono le alpha, che interessano lo stato di rilassamento e meditazione. All’ascolto di queste onde, avviene un cambiamento interno naturale, che influisce sulla produzione interna ormonale e sul sistema nervoso centrale.
A livello fisico, dunque, l’ascolto della musica a 432 hz fa aumentare la produzione di ormoni, come la dopamina, l’adrenalina e le morfine naturali. Ognuna di esse ha una propria specifica peculiarità curativa. Le endorfine provocano una diminuzione del dolore e della tensione fisica. Le encefaline proteggono e stimolano il sistema immunitario e le beta endorfine ci proteggono dai danni causati dallo stress e dal sovraccarico mentale.
Questo tipo di rilassamento favorisce un maggiore controllo da parte nostra sul corpo e la mente. A giovarne la nostra capacità di rimanere più reattivi, centrati e attenti.
Dagli antichi, passando per Mozart e Verdi fino ai Pink Floyd: i 432 hz come garanzia
Ciò che la scienza moderna ci sta dimostrando, però, non è altro che quello che gli antichi mistici e i saggi ci hanno detto per secoli, ovvero che tutto è in costante vibrazione. Assodato questo, il potere dei 432 hz è facilmente spiegabile come armonia tra le parti, come due energie che si incontrano e iniziano a ballare a tempo.
Perspicaci nel cogliere questo preziosissima intuizione sono stati Mozart, Verdi e i Pink Floyd. Non per nulla tra i più grandi geni della musica di tutti i tempi. I loro pezzi sono accordati sulla frequenza dei 432 hz, tanto che nel caso del musicista austriaco si parla addirittura di “effetto Mozart”, coniato dallo studioso Alfred Tomatis per riferirsi all’effetto curativo della musica a 432 hz .
Di questo stesso avviso è stato anche Giuseppe Verdi, che più o meno negli stessi anni, ha sposato la filosofia di Mozart, producendo la sua musica sulle stesse frequenze. Nota è una lettera del 1884, indirizzata alla commissione musicale del governo italiano, in cui il compositore chiede riduzione della frequenza del corista da 435 hz a 432 hz, per “esigenze matematiche”. La giustificazione apportata dal compositore italiano ovviamente celava molto più di semplici calcoli matematici, ma ci da la concreta percezione di quanto Giuseppe Verdi fosse consapevole di quell’importante sapere lasciato in eredità dagli antichi saggi.
Poco meno di un secolo più tardi anche i Pink Floyd abbracciano la filosofia dei 432 hz, producendo la loro musica di mondiale successo su questa frequenza. Ma la nota rock band inglese non è stata che una dei primi dei tempi moderni, perché successivamente molti altri come Mick Jagger e Luciano Pavorotti, per citarne due, hanno deciso di seguire questo armonioso filone.
432 hz: da scopertà a quotidianità?
Insomma, sembrerebbe proprio che le qualità curative di questa musica sono state ampiamente dimostrate nel corso di questi secoli, impossibile dunque non domandarsi quando si passerà del tutto dai 440 hz ai 432 hz. Impossibile dirlo, sicuramente però, come tutti i cambiamenti che contano, il processo nasce dal singolo per arrivare alla folla. Considerando che per l’udito umano la differenza tra queste due frequenze è pressoché impercettibile e che tutti i generi possono essere riprodotti a 432 hz, probabilmente è un piccolo ma prezioso cambiamento che tutti noi dovremmo iniziare ad apportare nella nostra vita. Così in futuro, chissà, potrebbe rappresentare, come speriamo, non più una scoperta, ma la normalità.
Se l’argomento ti interessa ti consiglio la lettura di “432 Hz La Rivoluzione Musicale” di Riccardo Tristano Tuis. Puoi trovarlo qui