Praticare sport e allenarsi è non solo un’attività salutare capace di portare molti benefici al nostro corpo. Ma è anche un’ottima via per il nostro benessere psicologico ed emozionale.
Tuttavia dei recenti studi hanno dimostrato che un eccessivo allenamento può indurre non solo a dei problemi di natura fisica e psicologica ma anche a sviluppare l’istinto quasi incontrollato all’impulsività. Un rischio, questo, che ci espone a conseguenze piuttosto negative sul comportamento e sulla salute.
Lo studio francese sugli atleti di Triathlon
Nel Settembre 2019 uno gruppo di ricercatori francesi ha condotto uno studio volto a testimoniare lo stretto legame tra allenamento estremo e impulsività. Interessanti anche i dati emersi di incisione a livello cognitivo.
Per lo studio sono stati reclutati 37 atleti di Triathlon suddivisi in due gruppi da 19 ognuno.
Un gruppo è stato sottoposto per tre settimane a un allenamento regolare, l’altro gruppo invece è stato sottoposto a un allenamento del 40% più lungo. A supporto delle valutazioni si è utilizzato anche il macchinario per la risonanza magnetica. Grazie allo studio si è notato come avvenga un vero e proprio indebolimento dell’attività della corteccia prefrontale laterale negli atleti sottoposti a sforzo eccessivo. Questo, va precisato, esclusivamente in merito alla presa di decisioni e non al rendimento cognitivo.
Un dato, quello emerso, che non dovrebbe essere sottovalutato se si considera quanto l’impulsività talvolta possa spingerci a compiere azioni capaci di condizionare in modo quasi irreversibile la nostra vita.
“Affrettati nell’azione, e fallisci. Cerca di afferrare le cose, e le perdi. Forza un progetto al completamento, e rovini ciò che era quasi maturo.” Cita un’aforisma di Lao Tse capace di centrare perfettamente il punto.
L’impulsività è l’illusione di vivere nel presente
Sarà capitato almeno una volta nella vita di ognuno di noi di agire sull’onda dell’impulsività e pentirsene immediatamente dopo, realizzando di aver mandato all’aria anche tutto ciò che avevamo costruito fino a quel momento. Un un comportamento più pensato e ponderato ci avrebbe invece probabilmente condotto verso il risultato sperato. Questo non significa affatto non dover prendere mai una decisione e procrastinare continuamente, ma semplicemente essere più presenti nel qui ed ora.
Qualcuno potrebbe pensare che l’impulsività ci fa vivere con intensità maggiore il momento presente e che invece riflettere prima di agire ci allontana da questo. Ma in realtà non è esattamente così: l’impulsività è l’illusione per eccellenza di vivere il momento presente. In realtà nell’attimo in cui siamo impulsivi non siamo affatto presenti.
Infatti, è dimostrato che una delle maggiori cause dell’impulsività è il sovraccarico cognitivo. Quella situazione in cui il nostro cervello è sottoposto a una quantità incontrollata e incontrollabile di stimoli che ci portano a non riuscire a focalizzare l’attenzione portandoci così a essere paralizzati di fronte alle decisioni. In questi momenti è come se il nostro cervello vivesse un vero e proprio blackout. Lo stesso stato di off al quale cercano di portarci i commercianti quando tentano di riempiere la nostra testa di informazioni nel tentativo di distrarci e indurci a compiere degli acquisti irrazionali. Sullo stesso principio si base anche l’allenamento eccessivo. Un numero incontrollato di sequenze ed esercizi ci porta a un certo punto a staccarci completamente dalla realtà.
Ecco perché è sempre molto importante cercare di curare il nostro benessere cognitivo ed emozionale senza sottoporre il nostro cervello a stati di stress così alti da risultare insostenibili e rischiosi.
Lo sport come alleato al nostro equilibrio
Molto spesso una delle ragioni per le quali ci dedichiamo a una seduta di allenamento è perché abbiamo bisogno di riordinare le idee e ritrovare il nostro equilibrio.
Già nel corso dell’attività fisica ci accorgiamo di come i nostri pensieri ritrovino la propria strada e quelle decisioni del quotidiano che proprio non riuscivamo a prendere, ci sembrano poi più fattibili. Alla fine del nostro allenamento spesso siamo carichi e sereni al tal punto da essere capaci di sbloccare alcune situazioni che ci agitano.
Un grosso campanello di allarme è quando questo non accade e sentiamo il nostro cervello continuare ad affannarsi di fronte ai soliti nodi nevralgici o addirittura raggiungere uno stato di apatia tale da non sentire più nulla. Quello è il momento in cui siamo più suscettibili all’impulsività e alle scelte sbagliate che possono condizionarci. E c’è solo una soluzione a tutto ciò: imparare ad ascoltare noi stessi, i nostri bisogni e i preziosi segnali che il nostro cervello ci manda.