Per svariati motivi non tutti vivono bene il Natale. Non è un qualcosa che sorprende particolarmente, se si considera che è il periodo più contraddittorio dell’anno.
Proviamo attesa ma allo stesso tempo ansia. Proviamo gioia ma anche una certa nostalgia. Una nostalgia tipica di questo periodo che per molti però si trasforma in vero e proprio dolore. Il Natale è quel periodo dell’anno in cui la coperta si accorcia e ci mette di fronte a un ventaglio di emozioni così ampio da renderci estremamente vulnerabili al suo cospetto. Le nostre emozioni sono lì, scoperte e intense più che mai. É un sentimento che più o meno in larga misura abbraccia tutti ed è proprio questo vissuto comune a creare una cappa energetica molto forte di fronte alla quale è veramente impossibile rimanere impassibili. Intorno a noi si crea una bolla, una vera e propria realtà parallela in cui alcuni ballano, altri, purtroppo, soffrono.
SOS frenesia del Natale
Il Natale rappresenta un vero e proprio stop. Una battuta d’arresto netta, dove tutto intorno si ferma e il tempo è scandito da un rigido prima e dopo Natale. Questo è ciò che rende questa pausa diversa da quella estiva, in cui la finestra è più ampia e lo stop si colloca in un lasso di tempo per ognuno diverso. A Natale invece no, ci arriviamo tutti insieme, di corsa e affannati alle prese con quella cosiddetta “frenesia natalizia”, che molto spesso genera un forte senso d’ansia. Un’ansia generata dal fatto che a quella corsa ai regali e al cibo di Natale, si aggiungono le cene e le rimpatriate con parenti, amici e colleghi, ma corrisponde anche la fine dell’anno gregoriano e quindi la chiusura delle faccende lavorative (e non solo). In un periodo di per sé così delicato e frenetico, si iniziano a tirare le somme di quello che è stato l’anno che sta per concludersi e ci si adopera per scrivere i buoni propositi per quello successivo. Si viene catturati in un vortice dove il fare prende completamente il sopravvento sull’essere e ci si dimentica quasi del tutto delle proprie emozioni. Proprio nel periodo dell’anno più delicato, quello in cui tutto viene portato a galla.
Le sedie vuote del Natale
Che lo si voglia vivere in un’ottica più tradizionale e religiosa o in una dimensione più pagana, il Natale è per eccellenza la festa dell’amore. Quel momento dell’anno in cui ci si rivede e ci si riunisce intorno a tavole imbandite per le feste e ci si scambia doni. Nella maggior parte dei casi quest’idea del Natale è un qualcosa che ci portiamo dietro dall’infanzia. Allora a Natale ci si rivedeva tutti e tutti avevano un pensiero per noi. Crescendo, però, tutto cambia. Quel “tutti” inizia a diventare sempre meno e iniziano a subentrare le cosiddette “sedie vuote”, che rompono la magia del Natale.
Il significato delle sedie vuote è molto più profondo di quello che appare. Sicuramente rappresentano l’assenza di qualcuno di significativo nella nostra vita intorno al tavolo delle feste, ma molto di più rappresentano l’assenza di quel sentimento che per noi quella persona incarna. Questo sentimento non è sempre l’amore. A volte con quelle sedie vuote non abbiamo mai neppure avuto un legame così sereno, ma per noi rappresentavano un’emozione e un vissuto, che adesso lascia un grande vuoto. Molto spesso una sedia vuota può rappresentare un nostro irrisolto interiore, una situazione che ci trasciniamo nel quotidiano, sforzandoci di non vedere, e che nel grande fermo del Natale si ripresenta imponente. Eppure, anche se non è sempre facile da cogliere, quelle sedie vuote del Natale possono rappresentare per noi una grande opportunità. La preziosa occasione di sperimentare un amore che troppo spesso trascuriamo: quello verso noi stessi.
Dalla sedia vuota all’amore verso se stessi: il sottovalutato dono del Natale
La sedia vuota è ovviamente soltanto un’ importante metafora per descrivere il forte senso di vuoto che si può sperimentare durante questo periodo dell’anno. Questo sentimento così forte e intenso, per quanto superficialmente legato all’altro, è in realtà niente meno che un riflesso di noi stessi.
Questa è la nota positiva della situazione, perché significa che è possibile colmare quel vuoto e questo dipende soltanto da noi. La prima cosa da fare per iniziare a fare posto su quella spaventosa sedia è smettere di auto-giudicarci. Non riuscire a provare gioia a Natale non deve in alcun modo generare senso di colpa. Al contrario questa consapevolezza va abbracciata forte, perché consentirà la svolta. Lasciare andare l’aspettativa di dover vivere il Natale “come tutti”, dona la preziosa possibilità di liberare del tempo prezioso da dedicare a se stessi. Per esempio, anziché ritagliare tutti i giorni del tempo per l’estenuante ricerca dei regali di Natale, puoi decidere di dedicare tutti i giorni del tempo a te stess*. Del prezioso tempo per meditare, per guardare a fondo quelle sedie vuote dentro di te e dare loro la possibilità di manifestarsi sotto forma di scrittura, di musica, disegno o tutto ciò che ritieni più adatto a te. Non da meno puoi decidere di sfruttare questa forte onda emotiva per iniziare una terapia. L’aiuto più valido per conoscere meglio quel vuoto che le feste risvegliano dentro di noi. Puoi anche decidere di non prendere parte a cene e rimpatriate, ma cucinare soltanto per te stess*, coccolarti e prenderti cura del tuo corpo.
Il dolce rituale di un nuovo Natale
Inizialmente può sembrare irrealizzabile. Ma iniziare ad associare al Natale una serie di piccole azioni volte al proprio benessere e non a quello che “fanno tutti”, consente di creare il proprio personalissimo rituale del Natale. Un rituale che è pensato su misura per noi, senza obblighi né doveri. Un’attesa al Natale ricca di azioni che facciano davvero sorridere il cuore. Un Natale che rappresenti autenticamente i nostri bisogni e non le aspettative altrui.
Con il passare del tempo anche quelle sedie inizieranno a sembrare sempre meno vuote, perché riempite dall’amore verso noi stessi. E come per magia allora avvertiremo il desiderio di aggiungere noi delle sedie, quelle che scegliamo. Vedremo così accomodarsi, metaforicamente o meno, dei ritrovati volti noti ma anche e soprattutto molti sorrisi nuovi. Senza quasi accorgersene ci si ritroverà in una nuova e rinnovata atmosfera natalizia, senza ansia ma piena di serenità e luce.
Il segreto è partire dall’amore più autentico: quello verso noi stessi e abbracciare ogni emozione che a Natale ci viene a bussare. Perché in fondo, in qualsiasi modo lo si voglia vivere, il Natale rappresenta la nascita e non c’è momento migliore per brindare al proprio personale e luminoso nuovo inizio.