Anche quest’anno è arrivato il terzo lunedì di Gennaio, conosciuto come Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Ma cos’è davvero questo lunedì blu?
Il Blue Monday nasce nel 2005 in Gran Bretagna, quando Cliff Arnall, divulgatore scientifico e psicologo presso l’Università di Cardiff, pubblica sul The Guardian un interessante articolo. Il pezzo pubblicato da Cliff sul noto quotidiano d’Oltremanica parte da una ricerca sui consumatori. Secondo quanto sostenuto dallo psicologo britannico, intorno al terzo lunedì del mese le prenotazioni di viaggi subiscono un incremento importante. Questo secondo Cliff avviene perché l’umore delle persone precipita e si corre alla ricerca disperata di una piccola evasione.
Verrebbe però da chiedersi perché proprio il terzo lunedì di Gennaio. Cliff ha risposto a questa domanda incrociando in un’equazione variabili come: clima del periodo, sensi di colpa post festività, le troppo alte aspettative di inizio anno, le vacanze troppo lontane e il fisiologico calo di motivazione.
Tuttavia, se da un lato questo studio ha fatto sorridere tutto il mondo del marketing, che ha subito strizzato l’occhio al nuovo trend, in voga ancora oggi, dall’altra la comunità scientifica è insorta. Infatti, non vi è alcuna evidenza provata dell’attendibilità del Blue Monday. Questa la ragione per la quale molti neuroscienziati si sono mossi in prima linea per riconoscere il noto Blue Monday come una trovata commerciale e nulla di più.
Il reale Blue Monday si chiama Sad e arriva dall’Era Glaciale
Così come possiamo affermare con una certa sicurezza l’inattendibilità del Blue Monday, dobbiamo però riconoscere che durante la stagione fredda qualcosa disturba il nostro umore. Sempre il The Guardian ha dimostrato infatti che il 6% dei Britannici e il 2,8% della popolazione dei paesi del Nord risente di Sad, una tristezza invernale dai sintomi severi e non sottovalutabili. Demotivazione, stanchezza costante, disturbi del sonno e disordini alimentari, per citarne alcuni tra i più noti. Questi sintomi si manifestano in maniera così importante da rendere impossibile a chi ne è affetto anche le più banali azioni quotidiane, come lavorare.
Secondo le stime, a essere colpita da Sad è il 10/15% della popolazione, aumentando poi a 1 persona su 3 nell’emisfero Nord. Di questi l’80% sono donne e sono giovani. Infatti, con l’avanzare dell’età questa percentuale diminuisce. Le ragioni di questa evidenza vanno ricercate molto lontano, nell’Evoluzione, durante l’Era Glaciale più precisamente. Esattamente come molti animali oggi, 10 mila anni fa, gli ominidi durante la stagione fredda avevano la tendenza a rallentare per preservare l’energia. Questo era particolarmente utile per le donne in età riproduttiva, poiché la gravidanza rappresentava un evento molto impegnativo a livello fisico. Ma ora che viviamo 24 ore al giorno questo ritmo naturale è stato interrotto e ci si aspetta sempre il massimo rendimento. Uno stress eccessivo per il nostro corpo, la nostra mente e la nostra Anima, soprattutto in questo periodo dell’anno.
Blue Monday, Sad ed Evoluzione… tutta questione di seratonina!
A giocare un ruolo importante su questa tristezza acuta che colpisce d’inverno è la seratonina. Infatti, Robert Levitan, professore dell’Università di Toronto, spiega: “Fondamentale è la seratonina, un neurotrasmettitore che regola l’ansia, la felicità e l’umore. Con il diminuire della luce solare in inverno inevitabilmente anche il complesso sistema di interdipedenza degli ormoni ne risente”. Questa è la ragione per la quale uno dei metodi messi a punto per contrastare questa sindrome è la terapia della luce.
Ma non è tutto qui. Infatti, sempre Levitan spiega che anche dopamina e noradrenalina giocano un ruolo determinante nel modo in cui ci svegliamo al mattino e in cui il cervello si energizza. Nello specifico è stato dimostrato come nelle persone che soffrono di Sad il livello di melatonina che controlla il sonno è rallentato a tal punto da inviare messaggi erronei al corpo sulle diverse fasi del giorno. Ed ecco quindi perché i disturbi del sonno, con tutte le problematiche ad essi associate, sono così presenti in questa particolare sindrome.
Come contrastare la tristezza invernale?
Insomma, al di là della sua attendibilità, sembrerebbe proprio che il trend del Blue Monday è diventato ciò che è oggi perché Cliff Arnall è riuscito a intercettare un vissuto molto più comune di quello che si può credere. Quindi, in qualsiasi modo lo si voglia chiamare e in qualsiasi momento dell’inverno lo si voglia collocare, la cosa importante è una sola. Ovvero che soprattutto in questa stagione in cui il nostro umore è più vulnerabile, il nostro benessere psicologico si collochi sempre al primo posto nella nostra scala di valori. Alcuni consigli per contrastare la tristezza invernale sono l’attività fisica, prestare attenzione all’alimentazione, favorendo alimenti che riducono il senso di stanchezza come l’acido folico, ferro, vitamina B2 e B3 e magnesio. Per stimolare la seratonina invece sono importantissimi alimenti come le uova e i cereali integrali.
Ma al di là di qualsiasi consiglio generico, ognuno di noi sa cosa è meglio per il proprio benessere. Quel mix speciale di azioni e cure dedicate, speziato dall’imprevedibilità della vita che ogni giorno ci insegna come adattarci senza dimenticare di prenderci cura di noi. Il solo segreto è imparare ad ascoltarci.