Come si fa a dire no alle richieste lavorative?
La tendenza è quella a fare meno, a ottimizzare il lavoro e a imparare a dire no. A questo nuovo filone che si sta lentamente insediando nelle nostre vite strizza l’occhio Warren Buffet, SEO e presidente di Berkshire Hathway. Infatti, secondo il vertice massimo di una delle holding più grandi del mondo l’unico modo per avere successo nella vita è imparare a dire no a molte cose, come esprime nella sua massima:
“La differenza tra le persone di successo e quelle che non lo sono è che le persone di successo dicono no a quasi ogni cosa”
Ma a cosa dovremmo imparare a dire di no nello specifico quando si tratta di lavoro?
Queste le principali quattro indicazioni secondo Warren.
Imparare a selezionare le idee
Secondo Warren uno degli errori in cui incorriamo con maggiore frequenza è quello di prendere in considerazione un elevato numero di idee e finire poi per non realizzarne neanche una. Di questo messaggio si era fatto portavoce anche Steve Jobs affermando:
“Le persone pensano che essere concentrati significhi dire sì a tutto ciò che richiede la nostra attenzione. Ma questo non è assolutamente vero. Significa dire no a tutte le altre centinaia di buone idee che ti sono venute. Devi sceglierne una attentamente”.
L’idea di voler fare tutto quello che ci viene in mente è purtroppo un altro dei retaggi culturali che ci portiamo dietro da un’epoca industriale in cui la produzione di massa era quella vincente. Oggi non è più così. La moltitudine di beni, di idee, di risorse che abbiamo a disposizione ci impone di scegliere sempre di più e sempre più attentamente la qualità a discapito della quantità.
Questo tradotto nel mondo del lavoro significa scegliere accuratamente ciò che vogliamo portare avanti, senza disperdere energie inutilmente. In fondo “less is more” e abbracciare questa filosofia, secondo diversi studi, significa anche diminuire drasticamente il rischio di esperire stress, bornout e addirittura depressione.
Lavorare poche ore per volta
Un altro degli errori che compiamo più di sovente è quello di lavorare troppe ore consecutivamente. Molto spesso però rimaniamo incollati ai nostri doveri lavorativi anche oltre le ore stabilite, perché il nostro cervello stanco si distrae più facilmente, dilatando così i tempi di lavoro. Niente di più sbagliato.
Secondo diverse ricerche, infatti, il segreto per essere produttivi davvero non è custodito nella quantità di tempo che investiamo ma nella sua qualità e gestione. L’ideale sarebbe prendere una pausa ogni 90 minuti di lavoro. Questo permette al cervello di riposare e ricaricarsi. Due aspetti fondamentali da non sottovalutare per tornare a lavoro più concentrati e produttivi.
Ottimizzare l’ “email routine”
Siamo costantemente bombardati da infinite mail: lavorative, personali, spam. Insomma, le notifiche non sono mai abbastanza. Neppure le nostre energie però. Stare dietro a questo flusso continuo di stimoli risulta sul lungo periodo essere drenante per la nostra mente e minare la prestazione della nostra attenzione.
Per migliorare questa condizione, Warren suggerisce di pianificare dei momenti della giornata in cui dedicarsi al controllo delle email, dando priorità a quelle che proprio non possono attendere, e valutando se ci sono ancora energie sufficienti per considerare le altre . Se così non dovesse essere, ci si dedicherà a quelle mail rimaste da leggere durante la prossima sessione di mail check.
Il concetto è lo stesso di quello di una classe sportiva. Quando il tempo scade, esci dalla sala, non resti lì a drenare il tuo corpo finché non lo rendi esausto.
Limitare i meetings
Questo è un vero e proprio tasto dolente. Infatti, da sempre uno dei principali problemi delle aziende è l’elevato numero di meetings organizzati. Tempo prezioso portato via alla produzione del lavoro e, soprattutto, al benessere del lavoratore. Se ci pensi, infatti, molti dei topics dei meetings ai quali sei costretto a partecipare ogni settimana potrebbero tranquillamente essere risolti con l’invio di una sola mail.
Imparare a rifiutare di partecipare alle riunioni che non ritieni davvero essenziali per il tuo lavoro non solo ti darà molto più tempo per portare avanti le tue mansioni ma preserverà anche le tue preziosissime energie, che potrai investire in ciò che davvero ti dona beneficio fisico e mentale.
Il benessere come priorità
Se gran parte delle cose dette fin qui ti sembrano impossibili da raggiungere, o quasi, è perché probabilmente anche tu sei caduto nella trappola più comune: quella di identificare il benessere con il tuo lavoro.
Anche questo è un retaggio culturale dato da una società passata in cui i mezzi e le risorse per prendersi cura di sé erano decisamente di meno e in molti casi si è tentato di porre rimedio a un’autostima carente per mezzo della realizzazione professionale.
Oggi, seppure i tempi siano cambiati, questo retaggio ancora un po’ persiste e tendiamo a misurare il benessere sulla base della nostra posizione lavorativa e dei suoi rispettivi ricavi. Tuttavia non è possibile ignorare che delle prime avvisaglie di cambio di rotta iniziano a scorgersi. Le priorità delle persone stanno cambiando e la cura autentica di se stessi sta diventando sempre più ciò su cui è necessario investire le proprie energie, anche a discapito della posizione professionale. Ed è proprio sulla base di questa nuova e sana tendenza che i suggerimenti di Warren non solo ci appaiono semplici da seguire, ma anche essenziali.