Ubuntu significa tante cose in un’unica parola. Prima di ogni altra però è il ribaltamento totale dell’idea di società così come siamo abituati a pensarla noi, ovvero: tu sei perché io sono.
Ubuntu è un’espressione della lingua bantu che si basa sulla benevolenza verso il prossimo. É una regola di vita basata sulla compassione e il rispetto dell’altro. Un’idea di società che va contro corrente rispetto alla nostra, spesso troppo egocentrica, controproducente e anche antica.
Filosofia Ubuntu, “io sono perché noi siamo”: le origini
La filosofia Ubuntu nasce nell’Africa Sub-Sahariana e si colloca storicamente in quello che è considerato il “Rinascimento Africano”, che coincide con la rivoluzione portata avanti da Nelson Mandela nel 1990.
É stato proprio il noto attivista ed ex presidente sudafricano a spiegare in una semplice immagine della sua infanzia il cuore pulsante che muove il concetto di Ubuntu:
“Quando ero bambino, arrivò nel mio villaggio un viaggiatore e non chiese niente ma tutti gli portarono del cibo e lo intrattennero. Non significa non aver cura di se stessi ma prenderci cura degli altri per prenderci cura anche di noi stessi”
Con queste poche parole Mandela rivela il vero significato di un concetto politico che nel mondo industrializzato stupisce.
La stessa reazione di stupore provata di fronte ai risultati dell’esperimento dall’antropologo Micheal Tellinger che ha avuto modo di dimostrare il vero significato di vivere in una società in cui a vincere non è il singolo ma la comunità.
Per dimostrare la potenza della filosofia Ubuntu, Tellinger ha interagito da subito con la parte di società più autentica: i bambini. Ha chiesto loro di partecipare a un semplice gioco in cui avrebbero dovuto correre verso un albero sotto il quale era stata posta una cesta colma di tutto ciò che un bambino potrebbe mai desiderare. Chi sarebbe arrivato per primo avrebbe vinto la cesta. I bambini hanno iniziato a gareggiare entusiasti ma arrivati sotto l’albero nessuno toccava la cesta finché il resto del gruppo non giungeva. In un primo momento si è pensato che non avessero compreso il gioco, ma presto ci si è accorti che invece avevano capito tutto. Quello era il più autentico significato di Ubuntu. Non esiste un vinto e non esiste un vincitore ma soltanto la radicata idea che “io sono perché noi siamo”.
Ubuntu: un mondo senza denaro
Un altro aspetto primario della filosofia Ubuntu è la sua economia circolare. Come spiega Micheal Tellinger nel suo libro “Slaves Species of God” il denaro è visto in ottica Ubuntu come un mezzo di schiavitù, che non ha nulla a che vedere con l’evoluzione umana. Al contrario la filosofia Ubuntu promuove un mondo senza moneta in cui possano acquisire valore le capacità, i talenti e le doti naturali del singolo. Una libera e autentica espressione dell’Anima dell’individuo che viene messa al servizio della comunità, un sistema basato sull’uno verso molti. Da non confondere con il baratto, caratterizzato, invece, dallo scambio uno a uno.
Questo, secondo la filosofia Ubuntu, è la via più autentica verso la felicità: nessuna corsa per essere migliore e nessun compromesso con il denaro per essere se stessi. Il solo fatto di essere ha valore nella società Ubuntu e non c’è modo migliore di celebrarlo se non mettendolo al servizio degli altri.
La filosofia Ubuntu e la legge essenziale dell’Universo
Per quanto possa suonare quasi utopico, ciò che sta alla base della filosofia Ubuntu è in realtà la legge più naturale che esista ma che purtroppo troppo spesso dimentichiamo: noi siamo parte di un unico Universo.
Prenderci cura di ciò che ci circonda, in qualsiasi forma esso si manifesti, equivale a prenderci cura di noi stessi, in quanto parte di un’unica origine.
Riuscire a entrare in quest’ottica ci viene al giorno d’oggi sempre più difficile. L’abbondanza di beni materiali che abbiamo a disposizione e il sempre crescente bisogno di esperienze tangibili ci inducono sempre più spesso ad allontanarci dalla sostanza: la nostra e quella di tutto ciò che abbiamo intorno, che confluiscono in una sola, quella dell’Universo. In fondo però se prendiamo per un attimo le distanze dal mondo materiale che ci circonda, possiamo facilmente trovare riscontro dell’autentico significato della filosofia Ubuntu anche nella nostra vita di tutti i giorni:
Chi sarebbe un imprenditore senza i clienti?
Chi sarebbe un maestro senza allievi?
Non sarebbe né un imprenditore, né un maestro dal momento che “io sono perché noi siamo”, o meglio:
Ubuntu